Le cupole dell'osservatorio astronomico di Palazzo dei Normanni
Osservando Palermo dall’alto, a molti sarà capitato di scorgere sopra la torre pisana di palazzo dei normanni, tre cupole in rame di diverse dimensioni. Esse fanno parte dell’ osservatorio astronomico Giuseppe Vaiana, fondato nel 1790 da Ferdinando I di Borbone che aveva come intento il dotare la capitale del regno di Sicilia, della sua “specula panormitana”.
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Fu scelto per la direzione del luogo il matematico Giuseppe Piazzi.
Nato a ponte di Valtellina il 16 luglio del 1746, studiò a Torino e dopo esser entrato a far parte dell’ ordine dei teatini, cominciò i suoi studi di teologia, filosofia e matematica, che nel 1781 lo portarono a Palermo, dove ottenne la cattedra di calcolo infinitesimale della regia accademia di Palermo.
Dopo aver ricevuto il prestigioso incarico, Piazzi si recò a Parigi e a Londra per istruirsi nella pratica astronomica, e dove ottenne la costruzione del famoso cerchio altazimutale di Ramsden nel 1788, collocato nella cupola meridionale dell’osservatorio palermitano. Con esso il matematico iniziò le sue osservazioni per i due cataloghi di stelle pubblicati nel 1803 e nel 1814, che lo videro trionfare per due volte al prestigioso premio dell’ acadèmie des sciences di Parigi, e che nel 1801 gli permise di scoprire l’asteroide Cerere, chiamato inizialmente “Ferdinandea” in onore di Ferdinando I di Borbone.
Cerere è l’asteroide più imponente della prima fascia del sistema solare, considerato per diverso tempo l’ottavo pianeta a causa delle sue dimensioni, fu successivamente declassato a pianeta nano.
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La cupola più piccola fu aggiunta nel 1803 per ospitare l’equatoriale di William Troughton, mentre quella più grande costruita nel 1860 accolse il telescopio rifrattore di Merz, appartenuto al principe Giulio Tomasi di Lampedusa, fervente appassionato di astronomia che lo acquistò per la sua abitazione privata della villa ai colli.
Nella seconda metà dell’ ottocento vi lavorò il giovane Pietro Tacchini, modenese, che accettò il ruolo di direttore del centro. Restò in Sicilia 15 anni e promosse l’acquisto di nuovi strumenti di osservazione, specialmente nello studio spettroscopico, portando l’osservatorio di Palermo in cima ai centri di fisica solare.