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Oratorio dell'Immacolatella

Non molto conosciuto ma di straordinaria importanza sia devozionale che artistica, l'oratorio dell'Immacolatella, sito nell'omonima via, fu fondato da diversi mercanti devoti all'Immacolata concezione, spinti dal padre francescano Giuseppe Mandria, che prigioniero dei musulmani, aveva giurato di fondare la compagnia, semmai avesse conquistato la libertà. La chiesa cominciò ad essere edificata nel 1579, nei locali adiacenti al convento di San Francesco, e fu definita successivamente fino al 1727. Le finalità della compagnia erano quelle della crescita spirituale dei confrati e della divulgazione del culto mariano. Il portale è in pietra con una serie di semicolonne e una nicchia adornata con stucchi dove spicca la statua dell'Immacolata.

Internamente la chiesa è di piccole dimensioni, ad unica navata, ma colpisce immediatamente la perfetta amalgama decorativa iniziata nel XVIII secolo e realizzata da Procopio Serpotta e Vincenzo Perez. All'ingresso si trova una cantoria decorata con fregi dorati con una stupenda transenna in legno, da dove emerge il meraviglioso organo a canne costruito da Pietro Lugaro Andronico.

Sopra le porte laterali si trovano due bassorilievi in stucco di Procopio Serpotta rappresentanti San Francesco e San Bonaventura da Bagnoregio. Notevoli i medaglioni in stucco raffiguranti i dottori della chiesa, posti nelle pareti.

La volta è affrescata dal pittore palermitano Vincenzo Bongiovanni, con storie della vita della Vergine: "Trionfo di Maria", "Presentazione della Vergine al tempio", "l'Annunciazione", e "La Visitazione".

Sull'altare, decorato con stucchi, troviamo il meraviglioso simulacro seicentesco dell'Immacolata, circondato da splendide colonne in marmo rosso e dove è posto, al centro, il motto mariano "macula non est in te", sorretto da putti. Nel cappellone troviamo due tele di Vincenzo Manno sulla vita di Maria, "Assunzione della Vergine" e "Adorazione", mentre la cupoletta raffigura "la Gloria degli angeli" ed è sorretta da pennacchi con decorazioni in stucco di Procopio Serpotta, raffiguranti i quattro profeti: " Isaia, Ezechiele, Geremia e Baruch". Altri locali adiacenti conservano meravigliose opere come il quadro del "Cristo deposto" di Mariano Smiriglio, in sacrestia, la fontana Barocca, nella scala che porta in canonica e il sontuoso pavimento maiolicato che conduce al salone sovrastante

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